VITTORIO LAZZARINI
Nasce a Venezia il 7 dicembre 1866 da Giuseppe e Luigia Visinoni. Nel 1883 è segretario del Circolo giovanile democratico "Fratelli Bandiera"; l'anno successivo consegue il diploma presso l'Istituto "Paolo Sarpi", sezione industriale, ma portato agli studi umanistici e attratto dalla fama del Carducci, si iscrive alla facoltà di Lettere di Bologna; successivamente, convinto che la sua vocazione sia quella dello storico, si trasferisce a Padova per seguire le lezioni di Giuseppe De Leva e di Andrea Gloria. Si laurea nell'89.
Candidato del partito Radicale, nel '92 è il più giovane consigliere comunale di Venezia nell'Amministrazione Selvatico, carica che lascia nel '95 avendo vinto il posto di primo assistente presso il Museo Civico di Padova, di cui diventa vicedirettore dopo otto anni.
Nel 1905 vince la cattedra di Paleografia e Diplomatica, succedendo al maestro Andrea Gloria, di cui si può considerare il continuatore dell' opera paleografica. Pur essendo estraneo al positivismo dal punto di vista filosofico e incline allo spiritualismo cristiano, nella storiografia sostiene fermamente il metodo storico cosidetto positivo, basandosi sostanzialmente sulla interpretazione dei documenti.
Le sue pubblicazioni più importanti riguardano la storia di Venezia (le origini e il Trecento) e la storia di Padova (in particolare la Signoria dei Carraresi); ma non mancano altre, non meno preziose, su alcuni artisti legati a Padova (Donatello, Squarcione, Mantegna). Di tutte le sue opere, la più famosa e più completa riguarda la Congiura di Marin Faliero che, come altre, fa luce su pagine di storia prima oscure o legate alla leggenda.
Vicepresidente dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti, presidente dell'Accademia Patavina, e per due volte della Deputazione di Storia Patria per le Venezie, gode la stima dei più elevati esponenti del mondo culturale anche di opposte correnti di pensiero, quali Roberto Ardigò, Francesco Bonatelli, Aristide Stefani.
Profondamente amato dagli allievi per la rettitudine e bontà d'animo, dopo aver insegnato all'Università per più di trentacinque anni, si spegne a Padova il 12 luglio 1957.
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